STORIA DELLA BOCCIA CAUDERA
La storia della boccia Caudera affonda le sue radici fin nel lontano 1946, anno in cui i fratelli Caudera, Carlo ed Arrigo originari di Ciriè si trasferiscono a Torino per iniziare la loro attività nel settore della meccanica. Entrambi giocatori di bocce, specialmente Arrigo conosciuto per le sue doti di valido bocciatore, allacciano contatti ed amicizie in tale settore.
Negli anni dal 1947-48 fino al 1953 le vittorie italiane all’estero facevano effetto, soprattutto gli scontri diretti con gli eterni rivali francesi, davanti ai quali i nostri atleti spesso dovevano soccombere a causa della differenza tecnica delle bocce utilizzate, la boccia ’metallica di bronzo’ per i francesi, quella ’sintetica’ per gli italiani.
Fu questo fatto che diede lo stimolo a Carlo ed Arrigo per cercare di carpire i segreti della boccia metallica la cui supremazia era enorme e la rendeva valida sotto tutti i punti di vista, mentre la sintetica denotava notevoli handicap. Ormai la scintilla era scoccata e l’idea doveva essere realizzata ad ogni costo. La formula chimica inizialmente fu un rebus in quanto l’analisi dei prodotti esistenti non permetteva di ricostruire l’esatta percentuale dei vari componenti utilizzati nella lega metallica, ma si proseguì nella sperimentazione anche in considerazione del fatto che almeno due ditte in Torino si stavano dedicando allo stesso progetto.
In pochi giorni si fusero decine di bocce e si passò al collaudo sui terreni da gioco dove si manifestarono subito i primi problemi al pari delle ditte concorrenti. Nella bocciata si incrinavano o addirittura si spaccavano quasi a metà. Il problema forse stava nell’eccessiva durezza, come sosteneva l’indimenticabile fuoriclasse Beppe Carrera, primo collaudatore, insistendo nell’affermare che le bocce francesi erano realizzate con metallo ’tenero’, che si ammaccavano facilmente. Furono così riviste e modificate le percentuali dei componenti in modo da diminuirne la durezza (che inizialmente era di 30 Rockwell) arrivando gradualmente al valore ottimale (oggi di 20-25 Rockwell) con una lega contenente alluminio, rame, ferro, copronickel e manganese. Variando la percentuale di alluminio si determina una maggiore o minore durezza. In quel periodo ci si avvalse dell’esperienza di un campione e giocatore provetto del calibro di Aldo Baroetto che utilizzando le Bocce Caudera ed analizzandone i risultati pratici nel comportamento in gara, nelle carambole, nei rimbalzi, negli accosti e nelle reazioni alle bocciate avversarie, trasse giudizi molto oculati con osservazioni tecniche fondamentali allo sviluppo del prodotto. A tal proposito non bisogna dimenticare che la ’metallica’ è una boccia vuota (anche se oggi ne esistono diverse varianti ’riempite’), ed il volume del metallo si trova solo nella fascia esterna dove deve essere distribuito uniformemente.
Proprio questa caratteristica costruttiva (l’essere vuota) conferisce alla boccia metallica delle caratteristiche particolari; negli accosti e sui terreni lisci possiede una maggiore inerzia, mentre nella bocciata risulta essere meno elastica della ’sintetica piena’ e, nel toccare il terreno subisce un contraccolpo minore rimanendo più aderente al suolo.
Nello sviluppo del prodotto bisognava inoltre tener conto delle diverse variabili in gioco, del peso, della durezza (ora regolamentata da disposizioni della Federazione Internazionale) e di un particolare rapporto peso-spessore sotto cui non si poteva scendere per non aumentare la fragilità della boccia.
Come si può constatare i problemi da risolvere furono parecchi, ma in pochi anni Carlo ed Arrigo riescono a realizzare una boccia che già nel 1957 si laurea Campione del Mondo e che oggi possiamo definire quasi perfetta.
Per raggiungere questi traguardi è stata indispensabile l’esperienza maturata dalla F.lli Caudera nel campo della meccanica di precisione e della propria tecnologia applicata ai sistemi di produzione, che ha permesso di realizzare in proprio sia le attrezzature specifiche necessarie quali conchiglie, casse d’anima, anime di resina leggera per evitare le soffiature nella fusione, che le macchine necessarie alla lavorazione della boccia, dalla tornitura iniziale alla finitura ed equilibratura, con procedimenti controllati elettronicamente in tutte le fasi di lavorazione. Il continuo affinamento ha permesso inoltre di realizzare una lega che soddisfa pienamente i giocatori che utilizzano la BOCCIA CAUDERA.
L’evoluzione del prodotto non si è comunque fermata ed in tempi più prossimi ai ns. giorni comparvero sul mercato altri due tipi di bocce, quelle al ’titanio’ e quelle ’riempite’.
La prima è realizzata con una lega contenete una maggior percentuale di manganese che le conferisce un colore più chiaro ed opaco, quasi bianco da cui le è derivato impropriamente l’appellativo di boccia al titanio.
Nel 1980 si pensò, anche a seguito di alcuni esperimenti in atto da parte di giocatori, di ricorrere al riempimento della boccia metallica che nel 1982 fu definitivamente omologata.